Un plus da Più Libri Più Liberi - di Valerio Prosseda
Pubblicato il 17/12/2023


Un plus da Più Libri Più Liberi

Alcune descrizioni e recensioni di libri a tema tecnologia/contemporaneo scelti da Valerio Prosseda, nostro ascoltatore e amico, che si occupa di teorie della comunicazione ed etica della tecnologia e si interessa di estetiche del contemporaneo, complotti, meme e tecnologie di frontiera.

 

Il visconte cibernetico (Andrea Prencipe e Massimo Sideri (Luiss University Press)

E se Calvino venisse preso come chiave per parlare del rapporto che abbiamo con la tecnologia e in particolare con l’intelligenza artificiale?

Nel saggio Cibernetica e fantasmi del 1967, Calvino esplora il tema della narrazione come un processo combinatorio, in cui le parole si combinano per generare significato, collegando questo concetto alle teorie della cibernetica e alle potenzialità rivoluzionarie della scienza contemporanea.

Appunti sulla narrativa come processo combinatorio, titolo finale del saggio, è infatti una riflessione sulla trasformazione della percezione del mondo attraverso un linguaggio chiaro e che propone una visione in cui i cervelli elettronici offrono un modello teorico per la memoria, le associazioni mentali e l'immaginazione umana. Il saggio di Andrea Prencipe e Massimo Sideri da una parte prende le mosse proprio da qui, dall’altra integra il "Metodo Calvino", il gioco degli opposti: elementi contraddittori come la piena completezza e l'assoluto vuoto, la leggerezza e la gravità, la precisione e l'inesattezza più vaga, agiscono come una chiave universale in grado di decifrare ogni complessità. Interpretare l'epoca attuale significa problematizzare queste duplicità, dove vanno di pari passo la diffusa prosperità e le gravi disuguaglianze. Il rapido e profondo cambiamento annunciato dall’intelligenza artificiale e la resistenza umana in un mondo sempre più tecnologico, portano a domande esistenziali che richiedono risposte concrete. La trilogia degli antenati è ancora esempio del grottesco e dell’assurdo contemporaneo, ma anche risposta di come oggi si conosce e si vive il mondo.

 

Contro lo smartphone – Juan Carlos De Martin (Add editore)

Perché usiamo lo smartphone?

“Come si è arrivati a questo? Qual era il punto di partenza e quali sono state le forze che hanno determinato l’ascesa dello smartphone? E oggi, all’inizio del terzo decennio del XXI secolo, che cosa rappresenta per le nostre società e per ciascuno di noi individualmente? Quale ruolo sta svolgendo? Per decisione e sotto il controllo di quali forze? E in quale direzione sta andando?”.

È questa l’analisi che Juan Carlos De Martin vuole affrontare nel suo libro, un’analisi a tutto tondo sull’oggetto più significativo di inizio millennio. Non si tratta quindi di fare solo una genealogia, una ricerca storica delle origini, ma di andare invece a ritagliare le sfere d’azione in cui agisce lo smartphone. La sua anatomia, se appositamente spacchettata come l’autore riesce a fare, ci fa rendere conto di quanti sensori ci siano dentro, quanti strumenti sviluppati nel corso della storia umana siano stati sintetizzati e inseriti in un unico dispositivo: bussola, giroscopio, accelerometro, stabilizzatori, ricevitori di frequenze, macchina fotografica e videocamera sono unite indissolubilmente alla potenza di un personal computer tascabile e facile da utilizzare. Eppure, lo smartphone nasconde più di quanto in realtà lascia vedere sulla sua superficie trasparente. Le conseguenze di questa opacità si riflettono sulla nostra salute, sia mentale che fisica, sull’ambiente, sull’informazione. Trappole cognitive fatte di suoni intermittenti e colori, estrazione di materiali dalle terre rare, disinformazione, sono solo alcuni aspetti che è possibile individuare. Ma è veramente nostro questo oggetto? Applicazioni e altra componentistica software, come sistemi operativi e i negozi di app, vengono distribuite delle grandi aziende tecnologiche. Big tech come Google o Apple controllano la quasi totalità del mercato e con esso anche i dati che gli utenti producono. Nonostante ciò, De Martin riconosce come lo smartphone sia diventato il fulcro della nostra vita personale, sociale, economica, culturale e politica e che, come qualsiasi prodotto tecnologico, può essere diverso da come attualmente si presenta. Riappropriarcene e immaginare uno smartphone diverso è possibile.

 

Moleculocracy – Emanuele Braga (Nero)

"Moleculocracy" è un pamphlet politico di ecologia radicale che invita a ridefinire la nostra visione del mondo adottando la prospettiva delle lotte anticapitaliste ed ecologiste. Questa è anche l’impressione che si ha guardando la copertina del libro senza sapere cosa c’è dentro. Attraverso un linguaggio chiaro e immediato, Emanuele Braga mette a confronto le lotte dei movimenti per i beni comuni con le principali correnti teoriche che stanno contribuendo alla formazione del pensiero ecologista radicale. L’assunto di base dietro il libro è che la scienza contemporanea si basa su concetti potenzialmente rivoluzionari e anticapitalisti: l'indeterminazione, la turbolenza e l'entropia della fisica termodinamica, della meccanica quantistica e della cibernetica si allineano perfettamente con le idee di autonomia, operaismo, comunismo libertario, transfemminismo e movimenti indigeni. Una nuova ecologia lessicale per descrivere il contemporaneo tramite il linguaggio delle scienze, il tutto immerso nelle problematicità politiche delle organizzazioni sociali intese come organismi. La proposta politica si colloca all'incrocio tra ecologia, rifiuto del lavoro e opposizione al tecno-soluzionismo, appellandosi a un'alleanza anticapitalista tra il mondo umano e non-umano. Sfogliando le pagine si nota inoltre come l’arte abbia influito molto nella composizione del libro: a più riprese appaiono schizzi, disegni e composizioni che mescolano testo e immagini a sintetizzare i concetti espressi. "Moleculocracy" immagina un sistema di governo in cui l'essere umano, pur facendone parte, non è più la figura centrale o predominante.

 

Exit reality – Valentina Tanni (Nero)

«Internet è un’entità aliena», annunciava David Bowie nel 1999: oggi la profezia si è avverata, e i nostri strumenti digitali sono diventati portali magici dalle proprietà misteriose, finestre che affacciano su una dimensione al limite tra sogno e realtà.

Perdersi su internet alla fine dello scorso millennio era possibile, eppure sembrava di poter raggiungerne sempre la fine. Oggi, perdersi su internet appare più come un sogno allucinato ad occhi aperti, un sogno che nemmeno la Alice di Carrol saprebbe sopportare. Exit reality porta il lettore alla scoperta delle estetiche contemporanee, un viaggio tra nostalgie per un tempo passato, futuri perduti e soglie mai viste. Partendo dalla vaporwave e proseguendo per le backrooms, Valentina Tanni apre le porte a un internet ai più inedito, incomprensibile, impenetrabile. Sotto la soglia dello schermo, la realtà cede spazio alle visioni dell’essere umano e i sogni della macchina. Se nel precedente Memestetica venivano prese in rassegna tendenze che anche nel mainstream è facile rintracciare, qui l’autrice dà voce ad uno spazio occulto e surreale.

 

Buona lettura!