BANCHE ARMATE 2015: 7,9 miliardi di armi vendute
Pubblicato il 25/08/2016


BANCHE ARMATE 2015: 7,9 miliardi di armi vendute contro i 2,6 miliardi del 2014. L'export degli armamenti made in Italy non subisce crisi, anzi triplica il fatturato. E tra gli intermediari spunta Banca Etruria (Il FattoQuotidiano)

Una "banca armata" - il Banco Popolare - cresciuta del 3.000% in un anno. Oltre 4 miliardi di euro (un incremento del 57,2% rispetto al 2014) il valore delle transazioni accreditate sui conti correnti delle banche con sede in Italia.  Unicredit e Intesa-San Paolo, sempre più munifiche, riconquistano i vertici di questa, un tempo poco ambita, classifica. Emirati arabi uniti e Algeria contendono a Germania e Regno Unito il primato di paesi pagatori. Il Medioriente si conferma l'area principale di destinazione delle armi italiane.

Sono queste, in estrema sintesi, le curiosità principali ricavate dal rapporto del ministero dell'economia e delle finanze (Mef), allegato alla Relazione al parlamento sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, 2015.

Documento che certifica come il mondo bancario italiano, scansando ogni freno etico (se mai l'ha avuto), torni a offrire con generosità i suoi servizi e conti correnti ai clienti che vendono armamenti all'estero. Un business rifiorito che va di pari passo con la vendita esplosiva di prodotti bellici italiani (aerei, navi da guerra, missili, bombe?) in giro per il mondo.

Il valore complessivo delle operazioni bancarie legate all'esportazione definitiva (somma degli importi segnalati con gli importi accessori segnalati) è stato di 4,06 miliardi di euro nel 2015, contro i 2,6 del 2014 e i 2,9 del 2013. Un aumento su cui ha inciso, in particolare, il valore degli importi accessori segnalati (quelli che comprendono, soprattutto, i compensi di mediazione), passati da 263,3 milioni del 2014 a 1,4 miliardi di euro nel 2015. [...]

Al vertice della classifica, incontrastata da anni, troviamo la tedesca Deutsche bank, con oltre un miliardo di euro fatti transitare sui propri conti. Un incremento, rispetto al dato del 2014, del 37,5%. Una percentuale di crescita tra le più modeste se confrontata con quella di altre banche che la seguono nella lista. Ad esempio, al secondo posto si piazza il Crédit agricole corporate and investment bank con quasi 591 milioni di euro (e si trascurano i dati delle banche italiane appartenenti al gruppo Crédit: Carispezia, Cariparma e Friuladria). Il balzo in avanti rispetto al 2014 è stato del 781,5%. Al terzo e quinto posto due istituti italiani: il Gruppo Unicredit (Unicredit spa e Unicredit Bank Ag) con poco più di 474 milioni (il 101% in più rispetto all'anno precedente) e Intesa-San Paolo con 301,3 milioni (+498% rispetto al 2014, quando l'ammontare depositato si era fermato a 50,4 milioni di euro). Hanno una buona classifica anche Bnp Paribas (il 6,22% sul totale), Bnl (il 4,03%) e la Banca popolare dell'Emilia Romagna (il 2,45%, con poco meno di 100 milioni di euro).

I primi 3 istituti in classifica rappresentano, da soli, oltre il 54%della torta complessiva.  

Una reazione di stupore suscita il dato del Banco Polare: in un anno è passato dal gestire transazioni armate per 147mila euro (nel 2014) a 44,2 milioni (nel 2015). Una crescita del 3.000%. Da anni la banca, che ha la propria sede a Verona, si era vantata di non essersi mai sporcata le mani con questo tipo di attività. Evidentemente ha cambiato policy. [...]

paesi mediorientali, in genere, sono ottimi clienti per le aziende italiane. Hanno fatto transitare sui conti bancari del Belpaese quasi un miliardo e mezzo di euro. Con il Nordafrica rappresentano oltre il 41% del mercato.

La saga infinita del business armato