Recensione del libro "Stalingrado" - di Marco Visconti
Pubblicato il 01/10/2023


Stalingrado di Vasiliij Semenovic Grossman

Un romanzo monumentale che fa pensare all'attuale cortocircuito della guerra in Ucraina

 

Un consiglio di lettura che ne racchiude un altro e fa pensare all’attuale cortocircuito della guerra in Ucraina. Infatti persone oggi intente ad ammazzarsi e a scannarsi sono colte nel momento decisivo della Seconda guerra mondiale in cui erano unite contro l’avanzata nazista. Si parla della battaglia delle battaglie, chiunque abbia una leggera conoscenza della storia non può non aver sentito almeno una volta il nome di Stalingrado. Ed è proprio questo il titolo del libro di Vasiliij Semenovic Grossman osservatore privilegiato della follia della Seconda guerra mondiale. Corrispondente per il quotidiano dell’Armata rossa passò più di mille giorni al fronte e fu testimone oculare dei tanti fatti concernenti l’immane massacro di Stalingrado.
La sua prosa è dunque circostanziata e precisa all’interno di un vero e proprio romanzo corale, che inizia con la dettagliata narrazione dell’incontro tenutosi a Salisburgo nella primavera del 1942 tra Hitler e Mussolini, momento in cui venne pianificato l’assalto all’attuale Volgograd per dare la spallata decisiva alla resistenza dell’Unione sovietica. Poi in omaggio ad un racconto, come detto, a più voci le medesime vicende belliche vengono colte dal punto di vista dei vari personaggi gravitanti intorno alla famiglia protagonista, che viene, nei suoi diversi componenti, sapientemente presentata all’inizio con rapide pennellate assai incisive da manuale della perfetta descrizione.

Un romanzo monumentale che avrà il suo sequel forse nell’opera più nota di Grossman: “Vita e destino”, giunta rocambolescamente fino a noi grazie alla mediazione del fu dissidente AndreJ Sacharov, amico di Grossman, che fotocopiò il manoscritto per farlo poi arrivare a Losanna. Non piaceva molto alla censura sovietica per le aspre pagine di critica al comunismo e all’azione del partito da parte di chi, come Grossman, aveva aderito in maniera entusiasta e militante ai principi della rivoluzione bolscevica.
Tornando a Stalingrado le pagine sono tante ma l’alternanza delle riflessioni dei protagonisti, delle poetiche descrizioni dei paesaggi della steppa e dei suoi tramonti, dell’incalzare cronachistico dei resoconti bellici, rendono la lettura facile e scorrevole. Poi se volete potete cimentarvi col seguito.

 

Buona Lettura!