NL di Radio Itineraria: un quartetto eccezionale al Sorriso Tra Le Righe!
Pubblicato il 20/02/2022


Il Sorriso Tra Le Righe

di Lorella De Luca e Fabrizio De Giovanni

 

Martedì scorso al SORRISO TRA LE RIGHE abbiamo avuto il godimento di raccontare - e in qualche modo riscoprire - un celebre quartetto di cabaret musicale che negli anni ‘60 ha stravolto il modo di fare spettacolo con originalità e arguzia. Gianni, Lino, Nanni e Roberto, 4 artisti poco più che ventenni si impongono improvvisamente nel panorama teatrale, musicale e televisivo italiano realizzando ben 14 album in 5 anni di sodalizio. Si sciolgono nel 1969 restando fonte di ispirazione per molti artisti e legando il proprio nome “I Gufi” alla storia del cabaret milanese nell’epoca in cui questa città vedeva nascere artisti straordinari come Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Dario Fo. I Gufi purtroppo vengono troppo presto “dimenticati” dal grande pubblico anche se singolarmente proseguiranno con successo le proprie differenti carriere in ambito cinematografico, musicale e teatrale. Nella puntata a loro dedicata abbiamo riservato uno spazio speciale ad uno dei componenti cui siamo stati personalmente molto legati: Roberto
Brivio. Per ascoltare la trasmissione clicca su questo link

Questo il testo con cui il Comune di Milano rende omaggio a Roberto Brivio inserendolo tra i benemeriti al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano:

“Raccontare in poche parole Roberto Brivio è un tentativo con poche probabilità di successo. Qualcuno, non a torto, l’ha definito un uomo dalle vite quasi infinite: attore e autore, cantante e chansonnier, cabarettista e regista, scrittore, docente, mattatore televisivo, imprenditore dello spettacolo. Questo solo per citare le sue sfaccettature più note.

Conviene puntare sulle qualità di Roberto, sull’energia che ha alimentato la sua spinta vitale e artistica. Il piglio comico e irriverente, il gusto goliardico e popolare che l’hanno sempre tenuto in contatto con chi l’ha conosciuto ed apprezzato. Un amore durato a lungo, quello col pubblico, frutto della capacità di interpretarne il sentimento, di guidare quel bisogno inarrestabile che pervade chi vive nella nostra città, negli anni Sessanta come ai nostri giorni: rinnovarsi senza perdere la propria identità.

Ecco allora l’invenzione del cabaret musicale insieme ai Gufi. Un modo di riproporre un dialetto esplicito ma animato da nuova arguzia. Anni di successo folgorante grazie ad un umorismo “noir” che gli valse il soprannome di “Cantamacabro”: Brivio sapeva far ridere parlando della morte.

Ecco il sodalizio con Grazia Maria Raimondi, partner nella vita, nell’operetta, nei costumi di Meneghin e Cecca, la coppia milanese per antonomasia che portava in scena nuove battute alle soglie degli ottant’anni.

Ed ecco la frenesia di andare avanti contro ogni difficoltà, di progettare e reinventarsi senza spersonalizzarsi. Un’inquietudine positiva che, per sua ammissione, era il suo vero motivo di divertimento. E che in fondo Roberto Brivio è l’anima della nostra Milano, che oggi l’onora e lo
ringrazia con nostalgia ma a cuore leggero. Perché, come cantava Roberto, al cimitero “bisogna entrarci calmi col sorriso / perché di lì si va in paradiso”.

Buona Domenica con spirito!