Immaginate di essere un bambino e di essere in viaggio in macchina con vostro padre. Non un viaggio qualsiasi, siete infatti partiti dalla Norvegia alla volta della Grecia. L’obiettivo è chiaro ma difficile, riportare a casa la mamma che ad un certo punto quando avevate quattro anni se n’è andata.
Questi gli ingredienti principali de “L’enigma del solitario”, erroneamente etichettato solo per ragazzi, di Jostein Gaarder. Ovviamente poi scoprirete molto altro, in primis una parte decisamente fantasy riferita al titolo ed ai capitoli in cui è suddiviso il racconto, che partono dall’asso di picche fino ad esaurimento di un mazzo da cinquantadue carte più una: il jolly.
Vi troverete seguendo l’itinerario dei due protagonisti all’interno di una trama dal doppio binario: uno realistico, intimistico ed affettivo, ovvero il rapporto tra padre (chiamato alla latina pater) e il figlio, l’altro surreale e onirico che avrà come protagoniste proprio le carte del mazzo elementi non di contorno di una storia che, come già delineato nelle prime righe, prende le mosse da molto, molto lontano e con due nomi chiave: Hans il panettiere e Frode.
Lettura intrigante che vi catturerà pagina dopo pagina.