Due chiacchiere col "mostro meraviglioso" - di Luca Santangelo!
Pubblicato il 11/12/2022


Due chiacchiere col "mostro meraviglioso"

L'illuminante incontro con il filosofo Paul B. Preciado durante Più Libri Più Liberi 2022

 

Non è mai possibile quantificare o prevedere quanto un incontro possa essere segnante. E di solito quelli inaspettati, improvvisi sono quelli che saranno i più importanti della tua vita.

Quello che stavolta mi ha stupito di questo illuminante incontro, svoltosi nel primo giorno della fiera della media e piccola editoria “Più Libri Più Liberi” il 7 Dicembre scorso, è che era tutto programmato. A parlare sul palco dello Spazio Rai, in dialogo con Chiara Valerio - matematica, critica letteraria, scrittrice e curatrice artistica dell’edizione di quest’anno - è il filosofo Paul B. Preciado. Chiunque abbia attraversato un’assemblea politica, un collettivo lgbtqia+, una lezione di filosofia contemporanea o un dibattito sul presente lo ha sentito nominare.

Il mio primo incontro con Preciado è stato con la lettura di Terrore Anale, un testo forte, irriverente e rivoluzionario che generò un accesissimo dibattito, al tempo della sua pubblicazione, all’interno del pensiero e azione femminista. Preciado rielabora e analizza la storia della sessualità, incrociando le idee di Foucault, Marx, Deleuze, Guattari e Hocquenghem, ruotando intorno al suo punto cruciale della questione: l’ano. Un orifizio che è stato relegato alla mera funzione biologica senza nessuna qualità sessuale o orgasmica, nel testo di Preciado riconquista la centralità del desiderio, del piacere e del potere.

La lettura di questo piccolo pamphlet - che prima della pubblicazione per Fandango, casa editrice che cura l’intera opera di Preciado tradotta in italiano, circolava in una versione autoprodotta e riproducibile - fu così importante per il nostro dibattito che decidemmo di stamparlo e distribuirlo durante le iniziative sociali e culturali organizzate dal collettivo.

E così quando mi sono seduto tra il pubblico, mentre l’evento era da poco iniziato, già mi aspettavo di trovarmi di fronte ad un confronto fondamentale, quello con uno dei più importanti filosofi contemporanei. Eppure sono stato profondamente stupito, emozionato dalla limpidezza delle parole pronunciate da quel “fantastico essere vivente”, come lo ha definito Chiara Valerio, che è Paul Preciado.

Dire che è un filosofo che si occupa di teoria queer e studi di genere è veramente riduttivo. I discorsi intorno alla sessualità sono solo degli strumenti per far esplodere una critica al sistema dominante della società, all’impianto coloniale e razzista che opera su territori e corpi.

Non saprei descrivervi la limpidezza dei concetti espressi da Preciado se non consigliandovi di leggere uno dei suoi testi: ad esempio Pornotopia in cui attraverso l’analisi dell’impianto iconografico della rivista Playboy ricostruisce la creazione della famiglia tradizionale americana, in cui l’architettura gioca un ruolo fondamentale sulla costruzione delle relazioni sociali. (“Se vuoi cambiare un uomo, cambia la sua casa”)

Oppure Un appartamento su Urano in cui il racconto coraggioso e trasgressivo del suo percorso di transizione, da Beatriz a Paul, diventa il modo per mettere le basi per una critica alla società eterodossa. Sognando di vivere in un appartamento su Urano, richiamando il concetto di uranismo per definire il “terzo sesso", elaborato nel 1864 Karl Heinrich Ulrichs, uno dei primi attivisti transessuali europei, Preciado elabora il suo nuovo concetto di uranismo: “Non sono un uomo. Non sono una donna. Non sono eterosessuale. Non sono omosessuale. Non sono nemmeno bisessuale. Sono un dissidente del sistema sesso-genere.”

Per questo, nel corso di tutto il dialogo con Chiara Valerio, ci ha tenuto a rimarcare più volte il concetto di non-binarietà, che non è solo definirsi né uomo né donna, ma una presa di posizione politica e radicale contro il sistema del binarismo di genere.

Ma è in Sono un mostro che vi parla che ancora di più si può cogliere questa limpidezza radicale del suo linguaggio. Ultimo lavoro uscito per Fandango, è il testo integrale di una conferenza che Preciado, nel Novembre del 2019, ha tenuto di fronte ad una nutrita platea di psicologi dell’école de la cause freudienne in Francia. Il suo è un atto di accusa, un confronto aspro contro una categoria e di conseguenza una scienza che ha patologizzato e stigmatizza chi, come Preciado, ha affrontato un percorso di affermazione di genere.

E per fare questo prende spunto da un testo meraviglioso di Franz Kafka, Relazione per un’accademia in cui una scimmia, Pietro il Rosso, si trova a confrontarsi con un'assemblea di dottori sul suo cambiamento da scimmia a uomo imparando il linguaggio degli umani. Ma quello che dovrebbe essere uno strumento di liberazione in realtà è solo un cambio di gabbia. La violenza della società degli uomini ha trasportato Pietro il Rosso in un oblio che lo ha portato all’alcolismo. La gabbia della soggettività umana di Pietro il Rosso è la gabbia in cui il discorso medico e giuridico ha marchiato come transessuale il corpo di Preciado che, come scrive, “la maggior parte delle vostre diagnosi descrivono come impossibile”.

“Ebbene, è da questa posizione di malato mentale a cui mi relegate - continua Preciado - che mi rivolgo a voi in quanto scimmia-umano di una nuova era. Sono il mostro che vi parla. Il mostro che avete costruito con i vostri discorsi e le vostre pratiche cliniche. […] In quanto corpo trans, in quanto corpo non binario, cui né la medicina, né il diritto, né la psicolanalisi, né la psichiatria riconoscono il diritto di parlare con perizia della mia condizione, né la possibilità di produrre un discorso o una forma di conoscenza su me stesso, ho imparato, come Pietro il Rosso, la lingua di Freud e di Lacan, quella del patriarcato coloniale, la vostra lingua, e sono qui per rivolgermi a voi”.

Lingua, parlare e chiamarsi. E’ una grande rivoluzione epistemica che stiamo attraversando in questo nostro tempo presente, dice Preciado, quella che ridà senso e nomi alle cose, quella che può ricostruire funzioni e relazioni sociali costruite da un sistema opprimente.

Il nome delle cose è per Preciado così importante che al momento delle dediche ci ha tenuto a scrivere, su un bigliettino a parte, il nome di ognunə prima di firmare la dedica sul libro. Un gesto per far capire quanto sia fondamentale dare un nome alle cose.

Ed è per tutto questo che diventa fondamentale leggere, nei nostri giorni, le sue opere.


Ti aspetto la settimana prossima con il secondo speciale "I dieci libri dell'anno" di Radio Itineraria, da "Più libri, più liberi".


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