NL di Radio Itineraria: una notizia un po' originale - di Antonella Annese e Donatello Leone!
Pubblicato il 09/10/2022


Cosa sareste disposti a fare per sostenere un ideale o in segno di devozione e rispetto nei confronti di un credo personale?

Ciascuno, almeno una volta nella vita, ha manifestato la propria fede religiosa o civile con un gesto eclatante.

Quello che stiamo per raccontarvi, però, va davvero oltre ogni aspettativa. È la storia del Sadhu indiano Amar Bharati che, da ben 38 anni, tiene la mano destra alzata in segno di devozione nei confronti della divinità indù Shiva, oltre ogni legge fisica e vitale.

La vicenda di Bharati ha inizio nel 1970. Per perseguire la sua devozione per Shiva, egli decide di lasciare il suo lavoro, moglie e tre figli; inizia a vagare per le strade dell'India vestito con abiti semplici, portandosi dietro solo la sua Trishula, un tridente in metallo (uno dei simboli principali di Shiva che, secondo la tradizione indú, fu fabbricata dall'artigiano celeste Vishvakarma, per la quale adoperò parte del fulgore sottratto al Sole).

Ma per Bharati non basta e, tre anni dopo, sente di essere ancora troppo legato ai piaceri e alle comodità della vita materiale. Decide, così, di alzare il braccio e tenerlo sollevato per sempre, come simbolo di forza e di volontà interiore, e di distaccamento totale dalle realtà terrene.

Da allora sono passati 38 anni. Il braccio alzato di Bharati è ormai deformato e atrofizzato, totalmente inutilizzabile.

Questa scelta di fede, all'inizio, è stata molto dolorosa fisicamente, ma col passare del tempo il male è svanito e Amar Bharati è diventato un punto di riferimento e un maestro per i seguaci di Shiva in India.

Per la nostra cultura la scelta di Bharati è pazzesca ma, senza dubbio, fa riflettere su quanto possa essere forte la sua fede.

 

Buona stramba settimana!