Nel mare ci sono i coccodrilli - recensione di Marco Visconti
Pubblicato il 19/03/2023


Nel mare ci sono i coccodrilli

Fabio Geda - B.C. Dalai Editore

 

“Tre cose non devi mai fare nella vita, Enaiat jan, per nessun motivo. La prima è usare le droghe. Ce ne sono che hanno un odore e un sapore buono e ti sussurrano alle orecchie che sapranno farti stare meglio di come tu potrai mai stare senza di loro. Non credergli… La seconda è usare le armi. Anche se qualcuno farà del male alla tua memoria, ai tuoi ricordi o ai tuoi affetti… La terza è rubare. Ciò che è tuo ti appartiene, ciò che non è tuo no”.

Comincia con questa struggente triplice richiesta della madre a suo figlio che sta per abbandonare in Pakistan “Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda, libro di facile e veloce lettura, che nella sua semplicità ci sbatte in faccia la cruda realtà dei migranti.

Una madre è costretta a compiere la dolorosa e lacerante scelta di affidare all’ignoto il suo figlio maggiore, lei deve tornare nel suo villaggio in Afghanistan perché ci sono altri due figli più piccoli. Enaiatollah Akbari invece ce la potrebbe fare e il romanzo, tratto dai veri colloqui tra il protagonista e l’autore Fabio Geda, ci racconta il suo viaggio che lo porterà da Quetta fino all’Italia. Libro pieno di umanità in tutte le sue sfaccettature, dalla crudeltà all’indifferenza fino alla comprensione e all’estrema dolcezza. Offre inoltre un’ulteriore riflessione sul fatto che in un contesto già di per sé martoriato come l’Afghanistan c’è chi è ultimo tra gli ultimi, ovvero gli appartenenti all’etnia Hazara, da secoli ritenuta inferiore quindi giustamente da schiavizzare secondo l’ottica fuorviante del popolo Phastum, l’etnia dominante in Afghanistan. Il titolo infine deriva da un’espressione tragicomica detta da uno dei migranti in un momento decisivo della loro odissea. Strappa un sorriso amaro ma pur sempre un sorriso quasi a insegnarci che anche nella più profonda oscurità si può trovare una flebile luce.

 

Buona lettura e buona domenica!