Liberiamo la natura dal dominio della finanza e dei potenti in lotta per la supremazia mondiale.
Pubblicato il 12/03/2023


Gli Stati hanno abdicato a favore dei soggetti finanziari privati?
Che ruolo ha l'intelligenza artificiale sul dominio della vita sulla Terra?
Le migrazioni epocali che si prospettano all'orizzonte hanno a che fare con la finanziarizzazione dei Beni Comuni naturali?

Queste alcune delle domande a cui cercheremo di rispondere nello Speciale del VOLO DEL BRUCO di giov. 16 marzo alle ore 11:00 su Radio Itineraria attraverso un confronto con il Prof. Riccardo Petrella, economista e attivista dei Beni Comuni, docente di Mondializzazione all'Univ. Cattolica di Lovanio (Belgio) e all'Univ. di Bruxelles, che annuncerà in anteprima la nuova mobilitazione a livello Europeo e il lancio delle petizione su Change.org.

 

Il valore della vita non è il denaro né la potenza

Un’iniziativa della Coalizione internazionale ACT (Agorà degli Abitanti della Terra, Casacomune (GruppoAbele) e Transform! Europe, primi membri).

 
Liberiamo la natura dal dominio della finanza e dei potenti in lotta per la supremazia mondiale.
Nel corso degli ultimi trenta anni, il denaro (la finanza) e la potenza (la guerra) hanno accentuato con maggiore violenza su scala mondiale il loro dominio sulla vita. Grazie, anche, alle grandi rivoluzioni tecnologiche innescate e favorite dall’Intelligenza Artificiale in un contesto dominato da un’economia globale di mercato.
Pian piano tutti i beni comuni pubblici essenziali per la vita sono stati mercificati, monetizzati, privatizzati, svenduti alla Borsa. Tra gli ultimi, l’acqua e, recentemente, la natura, in quanto insieme delle “risorse” della Terra, ridotte a “capitali naturali”.
Inoltre, i crescenti conflitti tra gli Stati più potenti del mondo per l’accaparramento privato delle terre, delle acque e della scienza e della tecnologia (in particolare tramite i brevetti) hanno scatenato nuovamente logiche di guerra mondiale, di cui quella in corso da un anno in Ucraina è stato il focolaio divampato con grande violenza. Siamo in una nuova fase guerriera delle relazioni tra i paesi più potenti i cui popoli e quelli del resto del mondo stanno già pagando le conseguenze con elevatissimi, intollerabili, sacrifici umani, devastazioni della natura e danni materiali.
Se questa guerra mondiale non viene arrestata essa può condurre alla catastrofe mondiale, cioè alla distruzione della vita sulla Terra come noi la conosciamo.
Oggi, il volto del mondo è violento, bifronte: da una parte la violenza della finanza e dall’altra la violenza della guerra. Occorre agire sulle due facce, poco importa quella su cui l’azione si concentra.
È in questo contesto che si inseriscono la necessità e l’urgenza di una mobilitazione dei cittadini nel campo della finanza contro i soggetti finanziari privati mondiali che hanno realizzato negli ultimi due anni un vero e proprio hold up cioè un furto, ai danni della natura, della vita.
 
I furti della natura da parte della finanza
Nel dicembre 2021 l’associazione Agorà degli abitanti della terra ha lanciato su change.org la campagna “Liberiamo l’acqua dalla Borsa” contro la quotazione in Borsa dell’acqua avvenuta il 7 dicembre 2020 da parte della Borsa di Chicago, la più importante al mondo per le transazioni nel campo delle materie prime.
In Italia ed in Francia sono state raccolte 120.209 firme, un record per una petizione per l’acqua, diritto universale e bene comune pubblico mondiale!
Ebbene, i gruppi sociali dominanti non solo in Italia ed in Francia, con il sostegno dei poteri pubblici, non hanno dato alcuna attenzione alle opinioni di cittadini attivi. Anzi, la situazione è ulteriormente peggiorata.
Dopo Chicago, è il turno della Borsa di New York, la principale Borsa al mondo in assoluto, che ha deciso di creare una nuova classe di averi finanziari, i “Natural Capitals“ (i “capitali naturali”) ed una nuova categoria d’imprese quotate in Borsa, le Natural Capitals Corporations (NACs)*. Inoltre la borsa newyorkese, in nome della difesa della natura e dello sviluppo sostenibile (!?), ha proposto che il 30% del mondo naturale fosse affidato alla gestione di dette imprese, cioè allo stesso sistema produttivo e finanziario che, notoriamente, è il principale responsabile dell’attuale disastro della natura!
Purtroppo, la storia non è finita. Nel dicembre 2022, dopo appena un anno, il documento finale della COP15-Biodiversità dell’ONU, adottato da più di 190 Stati, ha approvato il principio di considerare la natura come un insieme di “capitali naturali” cui dare un prezzo di mercato (monetarizzazione della natura) ed il cui valore economico deve essere integrato nei calcoli di gestione economica e d’impatto ambientale, in tutti i campi ed a tutti i livelli territoriali. E ciò, in una logica di ottimizzazione della gestione globale e locale dei capitali (natura compresa!) nell’interesse dei loro detentori più ricchi e potenti.
La COP15-Biodiversità ha altresì confermato il sostegno all’affidamento del 30% del mondo naturale alla gestione secondo i canoni attuali dell’economia e della finanza ed ha approvato una serie di misure apertamente favorevoli alla finanziarizzazione della natura nel mondo.
Questo principio del 30% non è messo in discussione, anzi! Si sarebbe dovuta portare al 50% la parte di mondo naturale da mettere sotto protezione… Quello che crea problema è che la COP15 senza evidentemente dire che la protezione deve essere affidata alle Natural Capitals Corporations come richiesto dalla Borsa di New York, ha fatto solo riferimento riguardo alla gestione, ai principi e alle misure proprie dell’economia di mercato e della finanza attuale.
* Natural Asset Company o NAC sono dei veicoli finanziari che consentiranno la creazione di società specializzate che detengono i diritti su qualsiasi processo naturale o ecosistema presente su un dato pezzo di terra.
 
La COP15 ha attuato una rapina esistenziale sulla natura, una vera e propria inversione di senso e di valori. Finora la natura è sempre stata pensata e vissuta come il fondamento e il quadro di riferimento della vita sulla Terra. Madre Natura!
Attraverso la sua finanziarizzazione, la natura viene ridotta a una categoria del sistema economico, il capitale naturale, ed il suo valore sarà determinato essenzialmente dal suo valore economico, in particolare dal suo valore finanziario in quanto “avere” finanziario.
 
Dare alla natura un prezzo monetario, calcolato dai mercati finanziari, è insensato.
L’obiettivo della petizione è domandare alle forze sociali e politiche più attive, in favore della reale concretizzazione dei diritti universali di ed alla vita e dei diritti della natura, di esigere da parte dei poteri pubblici nazionali ed internazionali di liberare la vita della natura, della Madre Terra, dalla sottomissione alle logiche e agli interessi della finanza mondiale e riconoscere che il valore della vita non è il denaro.
 
A questo fine, cosa fare e come?
Vi domandiamo di sostenere le seguenti proposte:
 
- I poteri pubblici italiani (parlamento e governo) devono affermare che le decisioni prese dalla Borsa di Chicago (gestita da una impresa privata finanziaria multinazionale USA e proprietaria principale della Borsa di Milano) relative alla messa in borsa dell’acqua, e dalla Borsa di New York (anch’essa gestita da una impresa privata finanziaria multinazionale USA) relative alla finanziarizzazione della natura NON SONO VALIDE SUL TERRITORIO NAZIONALE ITALIANO perché contrarie ai diritti alla vita dei cittadini e all’interesse del bene comune del Paese;
 
- I poteri pubblici italiani, e tramite loro i poteri pubblici europei, devono dichiarare insostenibili ed inaccettabili le disposizioni approvate dalla COP15-Biodiversità (dicembre 2022) (targets 2 e 3, 14 e 15 e soprattutto 19) che hanno validato l’adozione di misure in aperto sostegno alla finanziarizzazione della natura;
 
- Pari tempo, i suddetti poteri pubblici devono promuovere l’adozione di nuove leggi e misure coerenti e innovatrici in favore del riconoscimento dei DIRITTI DELLA NATURA. E' tempo di una Carta Europea dei Diritti della Natura e di una Convenzione Mondiale sui Diritti della Natura al momento totalmente assenti dall’agenda europea e mondiale. Un primo passo da compiere è il riconoscimento della personalità giuridica dei fiumi, dei laghi, delle zone umide già compiuto in Nuova Zelanda, in India e in Peru;
 
- Riordinare ed arricchire l’attuale regime giuridico, economico e politico dei beni comuni allo scopo di eliminare le numerose contraddizioni ed ambiguità esistenti a livello nazionale ed internazionale nocive alla stessa concretizzazione dei diritti universali di e alla vita strettamene legati all’esistenza di beni comuni pubblici mondiali. I responsabili della res publica mondiale devono, sulla base di una partecipazione effettiva dei cittadini, promuovere i lavori costituenti per l’elaborazione e l’adozione di una “Carta mondiale dei beni comuni pubblici” prima che la guerra globale in corso spazzi via tutto.