L'isola di cemento - recensione di Luca Santangelo!
Pubblicato il 27/11/2022


Nei giorni precedenti alla fine di Aprile del 2020, quando eravamo in pieno lockdown ed eravamo ancora molto confusi sugli effetti di quello che stava succedendo, si era aperta la possibilità di allungare di un centinaio di metri la mia passeggiata quotidiana aggiungendo a quella in edicola una fermata in libreria. Tra quaderni, taccuini, penne e matite per studiare, nei pochi minuti di sosta concessi, cercavo qualcosa di nuovo da leggere, come tanti avranno fatto in quel periodo.
Ed è proprio in questo momento che ho incontrato James Graham Ballard.

Nato a Shangai nel 1930, di nazionalità britannica, Ballard viene considerato uno dei più importanti scrittori postmoderni, inserito all'interno della New Wave, una corrente letteraria di metà anni Sessanta, che diede nuovo lustro alla letteratura fantascientifica con scrittori  come Harlan Ellison, Micheal Moorcock e il notisimmo Philp K. Dick autore statuinitense di Do Androids Dream of Electric Sheep?, che ispirò il celebre film Blade Runner con protagonista Harrison Ford.

Anche se il nome di Ballard non vi dice niente, sicuramente ricorderete il film L'impero del sole del 1988, diretto da Steven Spielberg, con interpreti John Malkovic e un giovanissimo Christian Bale, ispirato proprio all'omonimo romanzo autobiografico scritto da Ballard nel 1984.

Il libro su cui mi cadde lo sguardo, però, quel giorno dell'Aprile del 2020 fu L'isola di cemento, scritto nel 1974.
In questo romanzo, un Robinson Crusoe postmoderno, come recita il retro di copertina dell'edizione Feltrinelli del 2013, Robert Maitland, un uomo tronfiamente ricco, con la tipica famiglia borghese composta da moglie, figlio e amante, mentre sta percorrendo velocemente l'autostrada con la sua Jaguar, rimane vittima di un incidente.
L'auto è distrutta e il ricco Maitland si trova bloccato in uno spartitraffico senza la possibilità di chiamare aiuto nè di raggiungere la strada.
Maitland, dopo numerosi fallimentari tentativi di lasciare l'isola di cemento, accetterà la sua nuova condizione e proverà a resistere e sopravvivere in questa sua nuova condizione, che lo porterà a ripensare completamente alla propria vita.

Questo romanzo, in cui tema centrale è l'alienazione di una modernità che negli anni Settanta già esprimeva il suo potere distruttivo, letto oggi parla con ancora più forza al nostro attuale mondo.
L'isola di cemento di Ballard è diventata reale in quelle enormi isole di plastica che galleggiano nei nostri oceani. La più grande tra le sei presenti, rinominata Great Pacific Garbage Patch, secondo alcune stime si estende tra i 700 mila e 10 milioni di km2 (più della penisola iberica) e per un peso totale che oscilla tra i 3 e i 100 milioni di tonnellate di rifiuti. 

La lettura di Ballard oggi è quindi essenziale perché parla, con la lente della fantascienza, a noi : persi in questa montagna di rifiuti della modernità, con poche o scarse possibilità di tornare indietro, anche noi, come Maitland, dobbiamo ripensare le nostre vite e capire come provare a sopravvivere in questa grande isola di cemento che ci siamo costruiti.

 

Buon fine settimana!