In guerra e in amore - di Irene Zerbini
Pubblicato il 26/11/2023


È davvero tutto lecito in guerra e in amore?

Sfatiamo questo mito dando la parola agli/alle esperti/e

 

Bambini terrorizzati a cui è imposto andare in carcere a visitare il padre che ha ucciso la madre. Perché la legge non toglie nemmeno la patria potestà in automatico all'assassino. Questo uno dei modi in cui lo Stato non protegge le vittime di violenza. Nè i loro figli. Notizie che non circolano. C'è un gigantesco problema di approssimazione e diseducazione, nei media, quando si parla di violenza di genere. Con una precisione e un'intelligenza illuminante, il criminologo Francesco Paolo Esposito ha risposto, nella mia trasmissione SpazioUbick, ai negazionisti del femminicidio. “Trovo scriteriata e pericolosa questa moda di rinnegare il concetto di femminicidio sostenendo che sia un semplice omicidio. La distinzione tra omicidio e femminicidio evidenzia come il contesto e le motivazioni dietro un crimine possano essere fondamentali per comprenderne la natura. Il rifiuto di etichettare la violenza contro le donne come semplice omicidio sottolinea la necessità di riconoscere e affrontare la specificità della violenza di genere, che spesso è radicata in dinamiche di potere e controllo basate sul genere. Questa consapevolezza può contribuire a una migliore comprensione del fenomeno e a un'azione più efficace per prevenirlo.
Se uccido mia sorella per motivi di eredità è un omicidio ma se uccido la mia compagna perché lasciandomi mi getterebbe nel buio e nella solitudine è FEMMINICIDIO”. Perché il linguaggio è fondamentale e non se ne può più della melassa familistica che fa parlare dei “fidanzatini
”.
Su questo terreno di cultura sempre giustificazionista, si tollera e si perpetua la violenza di genere.

Da Parigi, Chiara De Martino, nella sua corrispondenza ci ha raccontato dell'iniziativa francese dei "traslochi" finanziati dalle autorità , per mettere in sicurezza le donne. L'offerta di supporto pratico alle vittime, come il fornire un ambiente sicuro attraverso il cambiamento di residenza, è un passo positivo verso la protezione delle donne in situazioni di pericolo. Un dibattito vivace, a cui hanno preso parte moltissimi ascoltatori che hanno alimentato altre riflessioni inedite e profonde sulla patologia culturale che nemmeno avvertiamo, da tanto vi siamo immersi.

Sulla fornitura di armi italiane a Israele, abbiamo sentito Giorgio Beretta: La continua fornitura di armi a Israele da parte di Stati Uniti e Unione europea è da Amnesty International. Questo potrebbe rendere i fornitori complici di violazioni del diritto internazionale. Si chiede all'Unione europea di interrompere le forniture, ma finora ha solo espresso posizioni di principio senza azioni concrete. E all’Italia di interrompere la fornitura.

 

Buon fine settimana!