Intervento di Fabrizio De Giovanni a Radio Lombardia - I vostri temi, i temi di EXPO e il Teatro Civile
Pubblicato il 04/05/2015


Il pensiero cui noi ci sentiamo vicini, è decisamente alternativo al modello di sviluppo che Expo mette in vetrina:

Quel modello che in barba ai diritti di tutti tutela gli affari dei soliti noti, il modello dei soldi pubblici intascati dagli speculatori, dalle mafie che si aggiudicano gli appalti e finanziano questo sistema? Proprio il sistema al quale, con le riflessioni e le emozioni dei nostri spettacoli, ci opponiamo culturalmente, diciamo NO da sempre!

Sono i temi per esempio dello spettacolo Finanza Killer, di cui abbiamo già avuto modo di parlare qui in questo studio negli scorsi mesi, con te (Monica Stefinlongo - Radio Lombardia);

sono i temi di QB Quanto Basta, lo spettacolo con cui giriamo l'Italia dal 2009 e che abbiamo recitato a Dicembre per la prima volta in Vaticano dopo l'udienza privata da Papa Francesco insieme al presidente e ai membri della FOCSIV, una federazione di 40 ONG con cui collaboriamo da anni, in particolare per la costruzione di pozzi d'acqua in Africa. Siamo stati anche in Etiopia a fine marzo con loro (con cui prima eravamo stati anche in Burkina Faso a consegnare 6 pozzi d'acqua alle popolazioni rurali a sud di Ouagadougou)

Finanza Killer e QB Quanto Basta sono i due spettacoli che proprio da queste ONG insieme alla CARITAS, agli SCOUT, alle ACLI e molte altre grosse organizzazioni italiane sono stati scelti quest'anno per diffondere in tutta Italia i contenuti della Campagna nazionale CIBO PER TUTTI.

"Beh, ci contrappone ad Expo anche il tema di H2Oro, lo spettacolo sul diritto all'acqua contro la mercificazione e la privatizzazione dell'acqua, spettacolo che a gennaio compirà 10 anni: lo dimostra il fatto che l'acqua ufficiale di EXPO, lo sapete, è l'acqua di NESTLE?! 150 milioni di bottigliette d'acqua minerale sono commercializzate con il marchio ufficiale "Acqua di EXPO MILANO 2015". E pensare che Emilio Molinari da anni proponeva che Milano in occasione di Expo diventasse la sede dell'Authority europea per l'acqua pubblica e Expo, naturalmente gli preferisce i miliardi della Multinazionale svizzera!

E Coca Cola?

Avete letto con quale motivazione, sul sito ufficiale di Expo 2015, giustificano il fatto di averla scelta come sponsor primario della manifestazione?

Coca-Cola è "Bibita ufficiale di Expo 2015". È stata scelta - leggiamo sul sito - in virtù del suo impegno sul fronte della crescita sostenibile, tutelando le risorse utilizzate e incoraggiando un'alimentazione equilibrata e consumi e stili di vita attivi ed equilibrati.

Pensare che Coca-Cola racconterà ad Expo il proprio modello di sostenibilità basato sulla protezione dell'ambiente, mi colpisce non poco!

Nello spettacolo H2Oro, infatti, da 10 anni raccontiamo proprio delle devastazioni per le quali è stata denunciata Coca Cola in giro per il mondo, dell'inquinamento e del prosciugamento delle falde acquifere prodotto dai suoi stabilimenti; delle politiche repressive nei confronti dei lavoratori che si rivolgono al sindacato per denunciare i soprusi. Parliamo anche dei contenuti della bevanda Coca Cola e dei suoi effetti in particolare sulle donne il cui uso prolungato può causare osteoporosi, per via della forte presenza di acido fosforico.

Vogliamo parlare della presenza di Mc Donald's alla fiera delle multinazionali con l'intento di nutrire il mondo?

Vogliamo parlare allora di Monsanto, che brevetta sementi OGM che diventano sterili alla seconda generazione e quindi i semi che ottieni dal tuo raccolto non possono più essere seminati e il contadino è costretto a ricomprarli ogni anno dalla Monsanto.

 Expo rappresenta, a mio avviso, la sperimentazione avanzata di quanto di peggio questo modello di sviluppo produca: dietro al suo logo colorato e ad uno slogan accattivante nasconde il sostegno alle peggiori speculazioni globalizzate.

Expo finge di occuparsi di alimentazione sana e cibo per tutti e poi COSTRUISCE PARTNERSHIP con i peggiori divoratori del pianeta, con le multinazionali dell'agroindustria, le catene di cibo spazzatura, i peggiori responsabili delle disuguaglianze che feriscono profondamente il nostro Pianeta.

Dice di voler aiutare i Paesi poveri e sostiene invece chi sfrutta le risorse accaparrandosi i territori del sud del mondo, depredando i popoli e la natura.

Noi crediamo nella contestazione di questo sistema attraverso l'informazione teatrale, attraverso la divulgazione di idee alternative, di riflessioni condivise. Crediamo nella forza del pensiero. E nella forza del teatro civile, naturalmente.

Spesso ci chiedono cosa sia il Teatro Civile. Ve lo siete inventato voi questo termine?

No, noi lo facciamo da vent'anni ma evidentemente, con diverse modalità, esiste da sempre.

Vengono definiti "Teatro Civile" quegli spettacoli che portano sulla scena teatrale tematiche di attualità politica e sociale. Oggi è una delle forme più vitali del teatro contemporaneo italiano. Il Teatro Civile è nato per essere rappresentato anche fuori dai teatri tradizionali e dal mercato degli abbonati "precettati", come li definisce Dario Fo, un maestro del teatro politico! Nel Teatro Civile si presentano spettacoli con testi di denuncia mai definitivi, continuamente aggiornati. Noi attori non interpretiamo i personaggi di una commedia ma ci rivolgiamo direttamente al pubblico, abbattendo la quarta parete, quella che solitamente ci divide, ci separa. Il pubblico non spia la scena che avviene sul palco dal buio della sua poltroncina ma è una delle due parti in dialogo. Respira con l'attore. Ti dà i tempi della recitazione, i ritmi e ti fa capire quali argomenti lo interessano e quali no. Ti fa i tagli al copione, il pubblico, con le sue reazioni!

È un rapporto straordinario quello che si forma con la gente che ascoltandoti si indigna, ride e si commuove ma soprattutto prende coscienza del problema e intuisce la strada per uscirne.

A fine spettacolo la sala non si svuota subito. Le persone restano a parlare tra di loro o con noi, e intanto la Compagnia comincia a smontare le luci, l'audio, le proiezioni e alla fine loro stessi, gli spettatori, ci aiutano a caricare il furgone quando la mezzanotte è già passata, e a volte vengono a mangiare con noi e si tira tardi. E' la vita dei teatranti. E a noi piace così.