Sua Maestà Il Calcio - libro di Milton Fernández!
Pubblicato il 11/12/2022


In un’intervista rilasciata molti anni fa, Indro Montanelli racconta dei suoi percorsi in terra di Etiopia, ai tempi dell’Italia Imperiale. Di come fosse finito alla testa di un drappello di combattenti, di una moglie presa (comperata) sul posto...

-Aveva dodici anni.- dice sorridendo.- 

E poi aggiunge.

-Ma... sapete com'è, in Africa è un’altra cosa.

Karl-Heinz Albers è un geologo tedesco che importa Coltan dal Congo per conto di una multinazionale europea. 

Il Coltan è il minerale dal quale si estrae il Tantalio, il metallo di cui sono fatti i trasmettitori delle Playstation, delle X-Box e dei miliardi di cellulari che il mondo occidentale si porta quotidianamente in tasca.

Quando gli chiedono del lavoro infantile nelle sue miniere lui risponde seccato.

- Lasciate perdere… in Africa è tuuutta un’altra storia.

(...)

Aliou era nato in Togo, aveva 17 anni e tra i ragazzi del suo villaggio era quello che se la cavava meglio con il pallone. Se qualcuno glielo avesse chiesto di sicuro avrebbe risposto che da grande avrebbe voluto fare il calciatore. Nel frattempo si arrangiava scaricando casse al mercato o lavando finestre in città. 

Un giorno arrivò un agente a parlare con i genitori. Fece i nomi di Eto’o, di Drogba, di Keita, di Michael Essien, e si dichiarò disposto a giurare che quel ragazzo sarebbe stato la prossima stella africana nel calcio europeo. 

Chiese però, in cambio dei suoi servizi, l’equivalente di un anno e mezzo di uno stipendio medio. Per coprire le spese, disse. 

La famiglia, convinta ormai di avere in seno un fenomeno mondiale, vendette tutte le bestie che possedeva, smise di pagare l’affitto e tolse dalla scuola gli altri fratelli. 

Si trattava nient’altro che di un investimento. Non appena il figlio fosse arrivato in Europa, tutto sarebbe stato restituito con gli interessi. 

L’intero paese si radunò in aeroporto per dare l’addio ad Aliou. 

Ci sono state lacrime, abbracci, doni. 

E cartelli che dicevano: “Non ci dimenticare” o “Il primo gol dedicalo a noi”.

Appena sbarcato in Portogallo, gli fu requisito il passaporto. Non c’era nessuno ad aspettarlo. Lui quella lingua non la capiva. Non conosceva nessuno. 

Finì per andare a dormire al parco, sotto una neve che non aveva mai visto prima.

La famiglia laggiù è in miseria. Non capisce perché quel figlio fortunato non si ricordi di loro. Perché non gli aiuti. Perché non manda nemmeno una cartolina.

Aliou dorme ora in un ricovero per indigenti. Aspetta il giorno buono per togliersi tutto quel freddo di dosso e ricominciare a giocare. Pensa ancora alle parole di quell’agente, che gli aveva prospettato un futuro stellare. 

Bisogna stringere i denti e pazientare, gli aveva detto. 

Prima o poi finirà quest’inverno, continua a dirsi lui.

***

Nel maggio del 2010, un vecchio peschereccio che faceva acqua da tutte le parti ando' a schiantarsi contro gli scogli di La Tejerita, a Tenerife, Spagna. 

Arrivava dall'Africa e dentro c’erano trenta ragazzi. Per la gran parte presentavano segni di disidratazione o semi assideramento. 

Cinque di loro erano degli adolescenti convinti di essere stati scelti per giocare nel Real Madrid o nell’Olympique di Marsiglia.

Secondo alcune stime, soltanto in Francia, per strada, dormono circa 10.000 ragazzi africani, arrivati fin lì dietro il miraggio del calcio professionista. 

La metà di loro sono minorenni.

Gli agenti-trafficanti collocano soltanto due di ogni cento bambini spostati da un continente all'altro. Gli altri restano per strada, nei migliori dei casi. O continuano a migrare all'infinito. 

O ingrossano le cifre senza nomi dei sepolti nel Mediterraneo, quel mare che una volta univa due mondi e che man mano sta diventando il cimitero a cielo aperto più grande del pianeta.

Se qualcuno glielo chiede, gli intermediari sorridono, alzano le spalle e dichiarano.

- Ma quale nuova schiavitù? Bisogna pensare che questi ragazzi sono nati in Africa.

E, in Africa, si sa, è tutta un’altra cosa.

 

Da Sua Maestà Il Calcio - Rayuela Edizioni

 

Buon fine settimana!