Sì! siamo un paese razzista, siamo una cultura razzista, siamo una civiltà ricca e opulenta perché da secoli sfruttiamo paesi che hanno delle immense risorse e noi li spolpiamo lasciandoli in povertà. E ci scandalizziamo perché un’affermata pallavolista italiana di pelle nera ce lo sbatte in faccia a margine del super contenitore nazional popolare di Sanremo.
"Ehi! perché non dice male della Turchia dove è andata da quest’anno a giocare, lì c’è un vero e proprio dittatore, che ora cercherà pure di sfruttare la tragedia del terremoto per farsi rieleggere". Ma Paola Egonu stava rispondendo ad una domanda sull’Italia e con onestà ha detto la sua. E in fondo, se stiamo nel recinto dello sport, non siamo forse stati noi tra i primi ad avere inventato quel “simpatico” uh uh uh quando Gullit e Rijkaard, i neri olandesi del Milan, prendevano il pallone? Eh no! Non fatemi il solito commento da demo-borghesi che son solo una cinquantina di idioti…e gli altri tifosi che silenti e complici non li hanno mai zittiti? E i giocatori bianchi che non sono mai usciti dal campo, oppure non hanno mai mandato sonoramente a quel paese le curve di Inter, Lazio, Cagliari e Verona, le più puntuali in questo genere di prodezze?
Ma non siamo noi il paese che pochi anni fa ha dato il trenta per cento dei voti ad un movimento politico, la Lega, che apertamente ha, dopo aver tolto nord dal nome perché prima i reietti erano i terroni, sempre considerato come l’unico problema dell’Italia l’arrivo di migranti neri, mentre ai bianchi ucraini che scappano dalla guerra abbiamo giustamente e umanamente aperto le porte?
E allora Paola Egonu a domanda precisa ha risposto proprio con una cazzata? È stata irrispettosa verso il suo paese solo perché ha la colpa di guadagnare un sacco di soldi dato che è brava a schiacciare un pallone per terra? Io non credo e credo che prendendo coscienza delle nostre colpe possiamo cominciare il lento lavacro di un’idea che nasce più di cinquecento anni fa, quando i mercanti di schiavi portoghesi e inglesi si sentivano pienamente in diritto di incatenare degli esseri umani e di fargli attraversare, sempre incatenati, l’Oceano Atlantico per andare a lavorare nelle piantagioni. Dopo cinquecento anni noi, ora, abbiamo il dovere di migliorare!
Buona Domenica!