Quando pensi che la vita scorra nella sua silenziosa normalità, è proprio lì che arriva la tempesta.
Durante la festa che avrebbe celebrato l’inizio dell’esperienza più importante della mia vita e quella di Fabrizio, mio padre Brunello viene colpito da un malore. All’inizio sembrava un episodio poco rilevante e invece… e invece da lì si scatena una tempesta che dura sino ad oggi 19 giugno 2022.
È stato in assoluto il periodo peggiore della mia vita, quello in cui ho davvero temuto di impazzire, di crollare, di perdere tutto.
L’apice della bufera arriva il 31 marzo quando mio nipote Diego, 14 anni, alto, forte e con una voglia pazza di vivere viene sottoposto ad un intervento chirurgico al cuore che però non va per il verso giusto. 10 ore di intervento (sarebbe dovuto durare 5 ore) in cui i minuti sembrano giorni. 10 ore di mancate notizie da parte dei medici e dello staff della sala operatoria e alle 22:30 una doppia notizia: il cuore di Diego ha ripreso a battere ma…
Da quel “ma” iniziano 78 giorni di tortura, di attese, di mancate notizie, di pianti, di sorrisi forzati, di abbracci…
Avete mai provato la sensazione di sentirvi “cadere”? Di cercare un punto d’appoggio e di non trovarlo? Non perché mancassero le persone a sostenermi, ma perché il dolore era troppo grande da riuscire a contenerlo e gestirlo.
Come alcuni di voi sanno già, il grande progetto della mia vita, l'EuroTour, quello che sognavo di condividere con Fabrizio, si è disintegrato sotto i nostri occhi. Abbiamo cercato con determinazione di tenerlo in piedi, proseguire il viaggio, cercare di sognare, creare, immaginare… Ma come puoi sognare quando le persone a te più care lottano tra la vita e la morte? Quando quella che fino a poco prima era la famiglia perfetta, senza troppi problemi (i soliti, quelli che hanno tutti), la famiglia forte pronta ad affrontare le difficoltà, era disintegrata in un dolore profondo?
Sono stati per la mia famiglia, per me, per Fabrizio, 78 giorni di paura, dolore, disperazione… Sono state 78 giornate di mancato sonno, kili persi, sogni infranti…
Ed è proprio quando tocchi il fondo, quello vero, quello che non puoi spiegare a nessuno, perché se non lo vivi davvero, scusami, non lo puoi neanche immaginare… solo allora le piccole cose, quella della silenziosa normalità, diventano miracoli!
Oggi Diego ha dimostrato alla sua famiglia e ai medici increduli che la vita se la vuole riprendere tutta, senza compromessi e contro ogni previsione dopo due mesi e mezzo ricomincia a deglutire (uno dei problemi più importanti del post operatorio) e si toglie il sondino naso-gastrico con il quale si è alimentato fino ad oggi e che i medici davano ormai per definitivo.
Ha una cicatrice che gli attraversa il torace e che, citando la mia amica, Eleonora Ellie: "Lo renderà ancora più fico agli occhi di noi donne… ma lui ancora non lo sa".
Oggi Fabri ed io ci affacciamo alla porta della nostra vita recente e troviamo tante macerie e molte cose da ricostruire. Una cosa è certa: ci tireremo su le maniche e ripartiremo, più forti di prima!
Diego ci ha insegnato che la vita va mangiata a morsi e vissuta fino in fondo. Che le difficoltà, quelle grandi, non ti devono spaventare, ma bisogna guardarle in faccia a testa alta e dimostrargli che tu sei più forte di loro.
Grazie a Diego e alla sua determinazione, Fabrizio ed io abbiamo deciso di ripartire per l’EuroTour, almeno per concludere il primo dei tre cicli e rientrare a settembre per ritrovare il nostro amatissimo pubblico, i ragazzi e vivere ancora le mille avventure che Itineraria Teatro ci regala da 28 anni.
Ti ringrazio per aver letto fino a qui, per aver condiviso questa mia lettera aperta.
Non è stato facile condividere tutto questo, ma ne sono felice.
Ci vediamo presto su YouTube con le nuova puntate dell'EuroTour!