Improvvisazione teatrale sul palco della radio - di Arianna Bordogna
Pubblicato il 07/05/2023


“Nuovi, modi, per, estinguere, vecchi, debiti. Sette minuti. Numero di giocatori: illimitato. Tema: esercizi di stile. Via!”.

Così è iniziata la serata di improvvisazione teatrale che si è tenuta a Radio Itineraria il 28 aprile. La mia reazione, quella di una diciottenne totalmente estranea al mondo del teatro, è stata tipo: “Mamma, ma che diamine significa?”. E mentre quei ragazzi sul palco discutevano e si organizzavano tra loro, mia madre tentava di spiegarmi come funzionasse il match di improvvisazione teatrale cui stavamo assistendo. “No Arianna, non ha letto un telegramma, e non è nemmeno fuori di testa. Ha letto il titolo e le regole dell’improvvisazione che stanno per mettere in scena; il suono di un kazoo la interrompe. Franz di Maggio, presentatore della serata, “fischia”, i pochi secondi a loro disposizione sono terminati e iniziano i 7 minuti della gara.

Improvvisamente un ragazzo della squadra con le maglie gialle si alza, e la stessa cosa fa uno con la maglia verde, della squadra avversaria. Iniziano a fingere di essere contabili, e di rendersi conto del mancato pagamento di un debito da parte di due persone, che entrano in scena immediatamente: “Deve perdonaci per il ritardo, ma ora siamo finalmente qui per estinguere il nostro debito. Abbiamo pensato a un nuovo metodo di pagamento: i grattini.”
Risate da tutto il pubblico. La scena prosegue, e proprio mentre sta per diventare intrigante, di nuovo il suono di quel maledetto kazoo. “Primo esercizio di stile: razzismo”.
Evito, per ovvi motivi, di riportare le battute dei teatranti, che si sono cimentati in molti altri stili, nel corso dell’improvvisazione (Shakespeare, poliziotto, romanesco). Poi, di nuovo il kazoo: “La, lattaia, vogliosa. Sette minuti. Numero di giocatori: 2 per squadra. Stile: erotico anni 70. Via!” I verdi e i galli discutono, si organizzano, tu continui a guardare tua madre con espressione un po’ confusa e un po’ divertita, immediato il fischio d’inizio e la nuova scena ha inizio. Un giallo e un verde fingono di spiare da un buco nel muro la lattaia che si fa la doccia, e mentre la scena prosegue, tu ridi e ti chiedi perché dei ragazzi poco più grandi di te, il venerdì sera, invece che essere a ubriacarsi come delle persone normali, sono su un palco a fingere di essere catapultati improvvisamente sul retro del camioncino della lattaia. Forse perché è divertente tanto quanto lo è per il pubblico, che non ha smesso un secondo di ridere. Il camioncino si mette in moto, mentre nel retro la lattaia e i suoi spasimanti discutono. Forse perché è interessante vedere in quanti modi diversi si può interpretare la stessa scena. L’immaginario camioncino prosegue senza sosta nel vortice di parole degli attori. Forse perché anche tu vorresti passare il venerdì sera a far casino con gli amici, e invece, lì in radio, ti stai divertendo più di quanto avresti pensato. Maglietta gialla si avvicina al pubblico mentre sono ancora tutti nel retro del mezzo della lattaia a parlare: “Fermi tutti, ma chi sta guidando il camioncino?”. Risate. Applausi.